Negli ultimi anni centinaia di famiglie costrette a fare la valigia
Autore: Domenico Marino
Almeno cento bambini negli ultimi cinque anni sono stati costretti a fare la valigia assieme ai genitori per andare fuori a curarsi, poiché in Calabria l’Oncoematologia pediatrica è malata da tempo, con conseguenze devastanti per i piccoli pazienti e le loro famiglie, costrette alle difficoltà dell’emigrazione sanitaria oltre alla sofferenza della malattia. Con conseguenze anche economiche per i costi di spostamenti e residenza lontano da casa. Lo sa benissimo l’associazione “Gianmarco De Maria” che da oltre vent’anni è al fianco di mamme e papà chiamati a fare i conti con un figlio malati di cancro. Oltre agli alloggi creati in città nei quali accolgono i congiunti dei piccoli, coccolandoli e provando in qualche modo ad alleviare la sofferenza della patologia, ai servizi di assistenza a tutto tondo, la “De Maria” aiuta anche le famiglie in trasferta per le cure, magari in collaborazione con altre associazioni gemelle attive nelle città che possono vantare strutture all’avanguardia: da Roma a Milano, da Genova a Bologna e alle altre fortunate.
Obiettivo prioritario Della necessità vitale di ripristinare il reparto di Oncoematologia pediatrica all’interno dell’ospedale civile di Cosenza, dove ad oggi è chiuso, costringendo così decine di piccoli malati e le loro famiglie a spostarsi per la prima diagnosi e per la successiva somministrazione della terapia farmacologica, s’è parlato nel fine settimana proprio nella sede dell’associazione “Gianmarco De Maria” che ha accolto il corso di formazione annuale utile, tra l’altro, ad accogliere i nuovi volontari. Persone, prevalentemente ragazze e ragazzi, che hanno deciso di dedicare il proprio tempo e le proprie energie a favore degli altri, di chi ne ha bisogno. A fare gli onori di casa Franco De Maria e Ornella De Paola che da più di vent’anni si adoperano per tutelare i diritti di chi vive una storia di dolore e forte disagio. Le difficoltà non sono solo cosentine, tant’è che i responsabili della “De Maria” su queste stesse colonne si sono chiesti che senso abbia «avere tre centri Aieop (Associazione italiana ematologia oncologia pediatrica) in Calabria se, insieme, non fanno numeri vicini a un reparto?»
Fonte: Gazzetta del Sud